Perché si festeggia la festa della donna

Una delle festività più famose dell’anno, la festa della donna, si celebra ogni anno l’8 Marzo. Non si celebra solamente in Italia, ma in tutto il mondo, perché tecnicamente si parla della “Giornata internazionale della donna”. Ad oggi questa giornata, a causa dei festeggiamenti mondani decisamente poco nobili, ha perso la sua accezione originale, ed è per questo che è importante ricordare perché si festeggia la festa della donna e qual è la sua storia. Passando anche da falsi miti come il ricordo della morte di operaie nel rogo di una fabbrica all’inizio del ‘900, per una fabbrica che tuttavia non è mai esistita.

Il suffragio universale

La festa della donna è iniziata con la richiesta del suffragio universale, per dare alle donne la possibilità di voto. Iniziato come una proposta della seconda internazionale socialista, il percorso è continuato grazie al partito socialista americano che, all’inizio del ‘900 organizzava, l’ultima domenica di febbraio, una giornata per il diritto di voto femminile.

Le due giornate vennero celebrate nel 1909 e nel 1910, rispettivamente il 23 Febbraio e il 27 Febbraio, negli Stati Uniti. Successivamente, nei 10 anni seguenti, in diverse nazioni vennero celebrate delle manifestazioni simili per la richiesta del diritto di voto femminile. L’inizio della prima guerra mondiale, periodo in cui le manifestazioni femministe si unirono a quelle contrarie alla guerra, fece sì che l’8 Marzo 1917 in Russia ci fossero manifestazioni sempre più forti, che culminarono con l’inizio della Rivoluzione di Febbraio. Poiché si trattava dell’evento più importante legato, in qualche modo, ad una manifestazione per il diritto di voto femminile, nella seconda conferenza internazionale delle donne (tenuta a Mosca nel Giugno del 2021) fu scelta proprio questa data per celebrare la giornata internazionale dell’operaia, in seguito diventata poi la giornata internazionale della donna. In Italia, per iniziativa del Partito Comunista, fu celebrata per la prima volta l’anno seguente, il 12 Marzo, ovvero la prima domenica che seguiva l’8 Marzo.

L’Italia e la Mimosa

Le vicissitudini storiche degli anni seguenti, e in particolare della seconda guerra mondiale, fecero perdere memoria dei fatti avvenuti in passato, e in particolare di tutto ciò che riguardava la Russia, per motivazioni prevalentemente politiche; proprio nel secondo dopoguerra sono nate le leggende metropolitane relative a questa festività. In Italia, i festeggiamenti ripresero l’8 Marzo del 1945, quando a Londra veniva firmata la carta della donna.

L’anno seguente, l’8 Marzo del 1946, l’associazione UDI (Unione Donne in Italia) durante i festeggiamenti vennero distribuiti alle donne i ramoscelli di mimosa, scegliendo un fiore simbolico che cresce nei giorni in cui si festeggia questa ricorrenza.

La Mimosa risulta così un’usanza tutta italiana nell’ambito di una festa internazionale. Negli anni successivi la festa è stata ripetuta con cadenza annuale, e nonostante il tentativo (fallito) di trasformare questa ricorrenza in una festività nazionale risulta ancora una delle festività più conosciute e ricordate. Negli anni ’60 e ’70, i movimenti femministi hanno richiesto durante i festeggiamenti diversi diritti, come il diritto all’aborto o la liberazione omosessuale.

La festa della donna è quindi una data molto importante, perché ricorda non una, ma una serie di rivendicazioni ottenute nel corso di tutto il ‘900 dalle donne di tutto il mondo. Una ricorrenza importante per capire quanto è stato fatto e quanto ci sia ad oggi ancora da fare su questo fronte, che permette di capire come questa data non sia solamente una serata “liberatoria” in cui le donne si concedono qualche “sfizio”, ma abbia una ragione molto più profonda le cui ricadute sono molto importanti per la vita di tutte le donne, di oggi e di domani.

Ilian

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