La professione della guida turistica è da sempre molto ambita. Attraverso essa è possibile passare del tempo tra meravigliosi siti di interesse culturale ed artistico e si ha contemporaneamente l’opportunità di condividere passioni e conoscenze in merito. Sembrerebbe il lavoro perfetto, ma, per ottenere i requisiti necessari ed esercitare il lavoro di guida turistica, occorre comunque seguire un percorso ben preciso che termina con un Esame di Stato.
Negli ultimi anni questa realtà formativa si è dovuta confrontare con le disposizioni europee sul tema del turismo e delle guide turistiche in Europa.
Queste novità portano a chiedersi se è effettivamente vantaggioso conseguire l’esame statale previsto in Italia dal momento che risulta possibile, secondo le disposizioni, seguire anche i corsi negli altri paesi, i quali potrebbero apparire più semplici. E’ perciò vantaggioso comparare il tradizionale percorso formativo in Italia e quelli che all’estero sembrerebbero delle vere e proprie scorciatoie per ottenere il patentino di guida turistica.
Il percorso formativo in Italia per diventare una guida turistica
Per esercitare la professione di guida turistica occorre essere in possesso di uno specifico patentino. Si tratta di un patentino abilitante a tutti gli effetti ed è obbligatorio possederne uno soprattutto quando si intende esercitare la professione nei più illustri ed importanti luoghi di interesse turistico in Italia e non solo.
Nel nostro paese ad ogni modo vengono indicati più percorsi formativi a tal fine. Il primo è naturalmente quello del conseguimento del diploma turistico che prevede la frequentazione delle specifiche lezioni e il conseguimento di un esame che consiste in una prova scritta, una orale e una prova di simulazione. Quando si è in possesso di una laurea triennale è possibile evitare la frequentazione dei corsi e delle lezioni, ma non l’esame che rimane necessario per l’ottenimento del patentino.
Questo è ciò che occorre in Italia per lavorare come guida turistica. Se poi si volesse arricchire il proprio curriculum operando anche all’interno dei musei è necessario invece essere iscritti nell’albo delle guide al quale si può accedere attraverso i bandi regionali. Ogni regione può decidere, in base al museo in questione, se il candidato deve essere in possesso di una laurea specifica, ad esempio in archeologia o in storia dell’arte, oppure di aver già effettuato un tirocinio di almeno tre mesi in specifiche associazioni turistiche e culturali.
Diventare una guida turistica all’estero
Come anticipato precedentemente, l’Unione Europa ha invitato, già nel 2015, tutti i paesi membri a collaborare al fine di rendere possibile la cooperazione tra le guide turistiche nelle diverse nazioni d’Europa. Di certo l’intento è quello di permettere, ad esempio, ad una guida italiana di lavorare liberamente in qualsiasi sito di interesse culturale ed artistico in Europa. Niente di strano se non fosse che, in quest’ottica, i titoli di studi conseguiti nei vari paesi diventano automaticamente equipollenti. Ciò significa che un percorso formativo da guida turistica in Italia, che richiede la frequentazione di numerosi corsi e lezioni, diventa equivalente ad uno all’estero, che magari richiede una formazione molto più snella.
Quindi, al fine di poter esercitare la professione, è meglio diventare una guida turistica all’estero? La risposta va ricercata nell’analisi dei corsi di studio degli specifici paesi dal momento che un corso più breve, come quello proposto in Slovenia di sole 40 ore, potrebbe non garantire affatto una preparazione adeguata per svolgere effettivamente la professione di guida turistica.
Per approfondimenti: https://scuola.repubblica.it/lombardia-milano-asparitariofreud/2015/04/07/la-guida-turistica/