Il tatuaggio non è più una pratica riservata a pochi appassionati, ma un fenomeno di massa che interessa persone di tutte le età e di background sociali e culturali davvero disparati.
In Italia, circa 7 milioni di persone hanno almeno un tatuaggio!
Sono davvero lontani i tempi in cui l’essere tatuato era prova dell’appartenenza ad un certo gruppo sociale come quello dei marinai.
I motivi per cui le persone ricorrono oggigiorno a questa antichissima arte sono altrettanto disparati: c’è chi si tatua per celebrare un particolare momento della propria vita, ma c’è anche chi lo fa semplicemente per seguire una moda.
L’aumentare della popolazione tatuata ha comportato un conseguente incremento delle persone che ricorrono a tecniche di rimozione dei tatuaggi.
I motivi che spingono un individuo alla rimozione di un tatuaggio sono tanto disparati quanto quelli alla base della decisione di tatuarsi: c’è chi decide di rimuovere un tattoo per motivi lavorativi o affettivi, ma anche chi è magari stanco di un aver sulla propria pelle un disegno che non risponde più alla moda del momento.
Le tecniche di rimozione dei tatuaggi sono sempre più all’avanguardia e garantiscono, nella maggior parte dei casi, risultati davvero ottimali; la rimozione dei tatuaggi è, però, sconsigliata alle donne in gravidanza o allattamento, alle persone che presentano problemi di cicatrizzazione anomala, a chi ha sofferto di melanoma, a chi assume farmaci anticoagulanti, nonché in presenza di infezioni batteriche.
Le tecniche di rimozione dei tatuaggi più utilizzate sono il laser, i peeling chimici e la dermoabrasione.
In Italia, circa 7 milioni di persone hanno almeno un tatuaggio!
Sono davvero lontani i tempi in cui l’essere tatuato era prova dell’appartenenza ad un certo gruppo sociale come quello dei marinai.
I motivi per cui le persone ricorrono oggigiorno a questa antichissima arte sono altrettanto disparati: c’è chi si tatua per celebrare un particolare momento della propria vita, ma c’è anche chi lo fa semplicemente per seguire una moda.
L’aumentare della popolazione tatuata ha comportato un conseguente incremento delle persone che ricorrono a tecniche di rimozione dei tatuaggi.
I motivi che spingono un individuo alla rimozione di un tatuaggio sono tanto disparati quanto quelli alla base della decisione di tatuarsi: c’è chi decide di rimuovere un tattoo per motivi lavorativi o affettivi, ma anche chi è magari stanco di un aver sulla propria pelle un disegno che non risponde più alla moda del momento.
Le tecniche di rimozione dei tatuaggi sono sempre più all’avanguardia e garantiscono, nella maggior parte dei casi, risultati davvero ottimali; la rimozione dei tatuaggi è, però, sconsigliata alle donne in gravidanza o allattamento, alle persone che presentano problemi di cicatrizzazione anomala, a chi ha sofferto di melanoma, a chi assume farmaci anticoagulanti, nonché in presenza di infezioni batteriche.
Le tecniche di rimozione dei tatuaggi più utilizzate sono il laser, i peeling chimici e la dermoabrasione.
Il laser come tecnica di rimozione dei tatuaggi
Questa tecnica deve essere assolutamente eseguita da un medico; il tipo di laser utilizzato ed il numero di sedute necessarie dipende da una serie di fattori quali, in particolare, il tipo di tatuaggio, il colore e l’età dello stesso.
Con il laser, la rimozione del tatuaggio avviene tramite onde elettromagnetiche in grado di frammentare i pigmenti impressi nella cute senza decolorare la pelle stessa.
Il laser q-switched è attualmente il tipo di laser più efficace e sicuro utilizzato nella rimozione dei tatuaggi e in generale nella riduzione della pigmentazione della pelle; il q-switched ha un’azione di foto termolisi ed è in grado di frantumare l’inchiostro del tatuaggio senza creare danni a lungo termine alla pelle.
Un altro tipo di laser utilizzato nella rimozione dei tatuaggi è il pico laser che, a differenza del q-switched, ha un’azione foto acustica.
A seguito di una seduta di laser è assolutamente normale riscontrare fastidio, arrossamento e rigonfiamento dell’area sottoposta al trattamento: si tratta di effetti collaterali minori assolutamente transitori.
Con il laser, la rimozione del tatuaggio avviene tramite onde elettromagnetiche in grado di frammentare i pigmenti impressi nella cute senza decolorare la pelle stessa.
Il laser q-switched è attualmente il tipo di laser più efficace e sicuro utilizzato nella rimozione dei tatuaggi e in generale nella riduzione della pigmentazione della pelle; il q-switched ha un’azione di foto termolisi ed è in grado di frantumare l’inchiostro del tatuaggio senza creare danni a lungo termine alla pelle.
Un altro tipo di laser utilizzato nella rimozione dei tatuaggi è il pico laser che, a differenza del q-switched, ha un’azione foto acustica.
A seguito di una seduta di laser è assolutamente normale riscontrare fastidio, arrossamento e rigonfiamento dell’area sottoposta al trattamento: si tratta di effetti collaterali minori assolutamente transitori.
I peeling chimici
L’utilizzo di peeling chimici per la rimozione dei tatuaggi era piuttosto comune prima dell’avvento del laser ma è stato pressoché soppiantato da quest’ultimo
in quanto non assicura risultati altrettanto ottimali.
Alla base di questa tecnica c’è l’applicazione di una sostanza chimica quale l’acido tricloroacetico (o TCA) sull’area tatuata della pelle; dopo circa 10 minuti dall’applicazione, la pelle va lavata ed asciugata: sulla pelle si creerà una vescica che, eventualmente, si staccherà.
Il trattamento va ripetuto dopo 4-6 settimane; in genere, molteplici applicazioni sono necessarie anche per una mera attenuazione del tatuaggio.
Pro del peeling chimico come tecnica di rimozione dei tatuaggi è che non deve essere necessariamente eseguito da un medico (ma il consiglio è di rivolgersi sempre ad un operatore sanitario) con conseguente risparmio economico.
A parte la comodità del poter essere eseguito a casa, il peeling chimico è meno efficace e meno sicuro del laser.
A differenza del laser, la sostanza chimica può causare la decolorazione non solo dell’area tatuata, ma anche della cute circostante; oltre alla decolorazione permanente, altri effetti collaterali sono: cicatrici permanenti, eruzioni cutanee, infiammazione.
in quanto non assicura risultati altrettanto ottimali.
Alla base di questa tecnica c’è l’applicazione di una sostanza chimica quale l’acido tricloroacetico (o TCA) sull’area tatuata della pelle; dopo circa 10 minuti dall’applicazione, la pelle va lavata ed asciugata: sulla pelle si creerà una vescica che, eventualmente, si staccherà.
Il trattamento va ripetuto dopo 4-6 settimane; in genere, molteplici applicazioni sono necessarie anche per una mera attenuazione del tatuaggio.
Pro del peeling chimico come tecnica di rimozione dei tatuaggi è che non deve essere necessariamente eseguito da un medico (ma il consiglio è di rivolgersi sempre ad un operatore sanitario) con conseguente risparmio economico.
A parte la comodità del poter essere eseguito a casa, il peeling chimico è meno efficace e meno sicuro del laser.
A differenza del laser, la sostanza chimica può causare la decolorazione non solo dell’area tatuata, ma anche della cute circostante; oltre alla decolorazione permanente, altri effetti collaterali sono: cicatrici permanenti, eruzioni cutanee, infiammazione.
La dermoabrasione
Al pari del laser, questa tecnica di rimozione dei tatuaggi deve essere assolutamente eseguita da uno specialista, ma, a differenza del laser, si serve di uno strumento meccanico chiamato dermoabrasore.
Il dermoabrasore, che è una sorta di spazzola rotante, è in grado di eliminare gli strati più superficiali della pelle tatuata quando premuto su di essa.
Trattandosi di un’operazione piuttosto dolorosa, la dermoabrasione necessita di anestesia locale o addirittura, in presenza di tatuaggi molto grandi, di anestesia totale.
Il consiglio, nel caso si decida di procedere alla rimozione dei tatuaggi, è quello di affidarsi sempre ad un professionista di fiducia in grado di indirizzarvi verso la tecnica che fa per voi e di evitare le soluzioni fai da te.
Il dermoabrasore, che è una sorta di spazzola rotante, è in grado di eliminare gli strati più superficiali della pelle tatuata quando premuto su di essa.
Trattandosi di un’operazione piuttosto dolorosa, la dermoabrasione necessita di anestesia locale o addirittura, in presenza di tatuaggi molto grandi, di anestesia totale.
Il consiglio, nel caso si decida di procedere alla rimozione dei tatuaggi, è quello di affidarsi sempre ad un professionista di fiducia in grado di indirizzarvi verso la tecnica che fa per voi e di evitare le soluzioni fai da te.